Quando Dio distribuiva il buon senso gli architetti erano a fare la fila per ricevere il dono del “comecomplicarelavita”.
Non credo che esista altra spiegazione per spiegare il meraviglioso fenomeno delle entrate separate per camminanti e non camminanti.
Sì, perché il problema non riguarda solo le persone con disabilità, ma anche le persone con nani nei passeggini. I nanetti sono più leggeri di noi, ma hanno lo stesso problema.
Le entrate separate per camminanti e non camminanti: la più grande stronzata dopo crema che fa perdere cinque centimetri di ciccia in una sola notte.
Molti di voi penseranno che odio le entrate separate, perché possono sembrare in qualche modo discriminanti. Sinceramente non è che questo aspetto mi turbi molto…a me basta poter entrare come tutti nel locale, poi se lo devo fare da un altro ingresso pazienza.
Io quello che proprio non capisco è il perché quando gli architetti e i vari tecnici progettano si complicano la vita. E la complicano a noi, soprattutto.
Ogni giorni ci imbattiamo in pedana costruite a fantasia, con gradini finali o con pali nel bel mezzo. Per non parlare di bidoni dell’immondizia, panchine e altri oggetti vari di arredo urbano.
E vogliamo parlare delle toilette? Qui la fantasia e la creatività fanno da padrone…bagni triangolari, esagonali, con wc e lavandini di ogni genere. Ricordo, anni fa in Liguria, di avere trovato il WC sistemato su un rialzo fatto a scala. Di tre gradini. Impossibile da raggiungere, la base del water mi arrivava alle spalle….
Torniamo al problema ingressi, sennò ci parte l’embolia prima di finire l’articolo.
Qui dalle mie parti (ndr. Appennino Reggiano) hanno rimesso a nuovo il vecchio cinema, e stranamente hanno fatto i lavori a regola d’arte. Bagno accessibile, vari posti per carrozzine (stranamente non in prima fila, ma a metà sala…quindi figata totale!) e ascensore perfetto per raggiungere tutti i piani dell’edificio.
Tutto perfetto…
Per modo di dire….
Il soggetto non camminante raggiunge il cinema e le varie sale polivalenti solo tramite l’ascensore esterno, che è attivo solo durante l’orario di apertura del cinema. Ma le sale polivalenti ospitano spesso eventi anche fuori dall’orario del cinema…e qui inizia il divertimento.
In primis non si sa chi debba aprire l’ascensore quando non ci sono i dipendenti. Spesso chi organizza corsi ed eventi nelle sale non pensa neppure lontanamente che un non camminante potrebbe arrivare e non si pone neppure il problema. Quindi primo giro di chiamate e cercare di capire qualcosa. E non pensate che se qualche buon anima si offre di andare a chiedere ai piani di sopra la questione si risolva. Di norma nessuno sa nulla.
Se riesci a superare il primo problema, non gioire. L’ascensore arriva al primo piano e per andare alle sale c’è una porta. Chiusa. A chiave. Che nessuno sa dove sia. E qui inizi a vedere gli sguardi disperati. Non sanno cosa fare. E tu resti lì in attesa a capire quale potrà essere il tuo destino. Succede il miracolo trovano le chiavi…e meno male. Tutto risolto.
No.
Scopri che l’evento o corso è al secondo piano.
Lì non ci vai. O meglio, l’ascensore ci arriva, ma lo bloccano per evitare che la gente salga senza permesso. Giustamente…i camminanti vanno dove capperi gli pare, ma in fondo lo sanno tutti che i non camminanti sono persone pericolose e potenziali kamikaze.
Anche qui potresti avere il culo di trovare chi sblocca ascensore e relativa porta anti terroristi non camminanti. Ma che due zebedei.
E tutto questo, perché chi ha progettato si è complicato la vita.
Escludendo il fatto che i non camminanti non sono necessariamente kamikaze, bastava davvero poco per non rompere gli zebedei al prossimo.
Bastava mettere le porte davanti ai due ingressi del cinema e lasciare il resto libero. Se progetti una struttura con sale polivalenti non puoi non renderle fruibili a tutti. A volte mettere in funzione il neurone “progettare con semplicità” è la soluzione giusta. Possibile che noi italiani dobbiamo fare sempre le cose due o tre volte?
Più viaggio più mi viene il dubbio che chi progetta ha dei seri problemi. Senza offesa eh…
Ha senso progettare, volontariamente, due ingressi anche dove non è necessario? E soprattutto ha senso fare degli ingressi specifici se poi non sono utilizzabili perché nessuno sa come aprirli e gestirli.
La soluzione più semplice non sarebbe far passare tutti dall’ingresso accessibile e tenere chiuso l’altro. Cosa cambia? Oppure credete che per i camminanti sia un problema non fare le scale?
La domanda è:” Siete stronzi o masochisti quando progettate?”
Perché con tutto il dovuto rispetto o vi divertite a complicare la vita ai non camminanti o vi divertite ad essere insultati pesantemente.
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