Avete presente quella frase che spesso si sente dire in giro “La musica ti salva”?

Direi che è piuttosto inflazionata e la usano anche persone che di musica se ne intendono poco, cantanti da karaoke, o artisti di poco spessore… Perché in così tante persone usano una frase del genere? Me lo sono sempre chiesta. Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che la parola “salvare” fosse anche troppo esagerata. Salvata da cosa o da chi?

Personalmente pensavo più che altro che la musica fosse un bel passatempo, una compagna di vita, che determinasse e desse in qualche modo delle etichette ad eventi e periodi ben precisi, regalando nuovo un sapore, un nuovo respiro. Poi però un giorno, ero distesa sul letto, la casa era vuota ed ero avvolta dagli unici rumori innocenti della casa, o dei gatti che di tanto in tanto si arrampicano qui e là. Non avevo voglia di fare nulla in particolare perché ero raffreddata e poco incline a svolgere esaltanti attività. Ero lì che mi interrogavo se fosse il caso di leggere un po’, di accendere il pc, o di scrivere sul mio diario, quando qualcosa cominciò a disturbare il fluire dei miei pensieri. Il silenzio. Troppo silenzio.

Mi travolse come un’onda, come quando ti trovi a riva con i piedi a mollo e ne arriva una più grande delle altre e quasi ti fa cadere facendoti perdere l’equilibrio. Il silenzio era assordante. Sì, esatto, proprio assordante. Mi riempiva di un freddo glaciale fin dentro le ossa e una specie di ansia come se il mondo non avesse vita e colore. Non riuscivo a pensare, sdraiata sul mio letto. Come una barca senza vento nelle vele, io ero inchiodata a terra incapace di volare. Così accesi il pc e misi una playlist a caso, non importava quale, qualunque canzone sarebbe andata bene. In effetti non riesco a ricordare quale canzone partì per prima, ma già alle prime note mi sentii sollevata, il peso in mezzo al petto sembrava essersi dissipato e la mia mente schiacciata in una gabbia spiccò il volo dando nuovo vento alle vele della mia fantasia.

Forse è un po’ questo che si intende quando si parla di salvare. Forse si intende un’altra cosa a cui uno non pensa mai. Alla fine la musica non è affatto una cosa necessaria, eppure è l’unica che conti davvero. Quel dettaglio così piccolo, quasi insignificante, ma è come un punto in una frase, piccolo e fin troppo importante per dare un senso compiuto.
Oltre che su quel letto, la musica mi salvò mille altre volte in diverse occasioni, talmente tante che ho smesso di contarle. Mi ha regalato colonne sonore in bellissimi momenti, ancora adesso a sentire un paio di note mi torna subito in mente quel determinato istante, rivedo quelle facce, quei sorrisi…

La musica poi è sempre stata la mia più grande passione, la mia vita quasi non avrebbe senso se quando sono triste non prendessi in mano il mio ukulele e non mi mettessi ad arpeggiare. Non saprei come esprimere in maniera costruttiva la mia rabbia se non avessi la mia fantastica band di rocker scatenati, che non appena prendo in mano il microfono mi fa sentire l’energia fino alla punta dei capelli, non saprei proprio come incanalarla né come usarla a mio vantaggio quella rabbia. Non c’è emozione più grande per me che essere lì, con le luci della ribalta che mi feriscono gli occhi se le guardo troppo, davanti a quella gente perlopiù sconosciuti che mi guardano in attesa che pronunci un’altra nota con gli occhi socchiusi, in attesa che io li faccia ancora emozionare.

La musica forse ti salva da questo: dal silenzio e dalla morte, non puoi morire se stai ballando, non puoi smettere di amare se stai provando ancora emozioni.