Purtroppo qui in Italia non è di certo una novità, le persone sono sempre piene di pregiudizi se si incontra una persona in carrozzina. La maggior parte fa subito l’associazione mentale: “se sta in carrozzina è sicuramente un idiota”, come se il fatto di non poter camminare togliesse automaticamente anche la facoltà di parlare e di Essere.

In un mondo dove la gente ti giudica a seconda di quanti like hai su Facebook e la tua bellezza e autostima dipende solo da un tasto premuto al computer, le prime impressioni regnano sovrane e ai più non interessa affatto di conoscerti né di sapere chi sei.

In realtà basta uscire dall’Italia per rendersi conto che nel resto d’Europa non è assolutamente così, le persone con disabilità che se ne vanno a spasso conducendo le loro vite normalmente, sono davvero tante e quindi non sei un’eccezione da guardare con diffidenza.

Per fortuna, nonostante io sia molto bassa di statura e in effetti sembro una bambolina carina a chi non mi conosce ancora bene, non si pensa mai che io sia una stupida che non sa parlare. Questo probabilmente perché mi piace molto vestirmi e truccarmi in uno stile particolare a tratti un po’ dark, ed è molto difficile che io esca di casa senza un filo di trucco. Ma soprattutto perché quando sono in giro con amiche o con il ragazzo, parlo quasi sempre io se si tratta di ordinare un caffè al bar, chiedere informazioni, prenotare un biglietto del cinema. Non lascio che nessuno parli per me, è anche vero che ho spesso la tendenza a parlare molto, troppo in alcuni casi, ma devo dire che questo mi ha molto aiutato nelle interazioni sociali con gli estranei. È come se alle persone cadesse un vetro da davanti gli occhi, subito pensano altrettanto in fretta “anche se non cammina, parla quindi non sarà poi così stupida”. Tutto ciò che è legato al gusto personale come il truccarsi o il vestirsi “alla moda” come la maggior parte delle persone al giorno d’oggi fa, viene letto e immagazzinato come informazione utile per decodificare il codice: sa ragionare e parlare come Noi oppure no?

Infatti ho notato un certo cambiamento quando mi sono tatuata il petto con un cuore gigante e una bella foresta di rami intorno, sembra quasi un esperimento sociale, ma le persone nonostante io magari stia zitta, interagiscono in maniera diversa. Innanzitutto mentre spesso coglievo sguardi che poi venivano prontamente distolti, adesso noto che invece incuriositi dal tatuaggio mi guardano con più attenzione, scordandosi poi di distogliere immediatamente e facendo in effetti una figura pessima. Inoltre i più coraggiosi e intraprendenti mi fanno i complimenti o attaccano bottone mostrandomi i loro, quasi per par condicio.

Con questo non voglio dire assolutamente che ogni persona in carrozzina dovrebbe tatuarsi o avere piercing come me per sembrare intelligente e in grado di parlare, ma che a volte i dettagli più insignificanti e a cui uno non pensa affatto, danno prime impressioni completamente diverse. In un mondo di apparenza io ci sguazzo dentro e mi diverto, tra selfie, foto degli spettacoli dal sapore horror dark, piercing e tatuaggi molto ingombranti, in attesa che la gente soprattutto italiana, non si attacchi più a queste idiozie per valutare il quoziente intellettivo di una persona che non può camminare normalmente.