Ho un milione di pensieri che mi affollano la testa stasera.
Si è conclusa oggi la prima vacanza organizzata dalla Coop. CavaFelix.
Quando poco più di due anni fa, misi sù questa cooperativa, quasi non ci credevo, insomma io… quando mai avevo fatto qualcosa di buono! Eppure, quando mi misero in contatto con quel ragazzo che poi sarebbe diventato il Presidente della Cooperativa avevo mille paure e dubbi, ma sentii che c’era qualcosa di buono, non conoscevo bene quelli che poi sarebbero diventati i miei soci e collaboratori. Un amico comune mise in contatto me (all’epoca Segretaria dell’Osservatorio Cittadino sulla Condizione delle Persone con Disabilità) e lui (all’epoca Presidente del Forum dei Giovani). C’incontrammo al bar AL VICOLO, fu quasi un appuntamento al buio, avevo sentito parlare di lui, e lui di me. Nonostante ricoprissimo entrambi ruoli di un certo rilievo nel panorama cittadino, non ci eravamo mai visti. Ci eravamo sentiti prima via sms, avevamo segretamente sbirciato i nostri rispettivi profili Facebook e poi ci avevamo dato appuntamento. Mettemmo sul quel tavolo del bar tutte le idee che avevamo su Turismo, Accessibilità, Giovani, Inclusione, ecc…era una pallida sera del dicembre 2013. Ci salutammo convinti che le nostre idee, seppur campate in aria, erano concretizzabili, dovevamo solo scegliere le persone giuste, formare una squadra, metterci tanta volontà e impegno, e forse…dico forse, un giorno avremmo visto la luce in fondo al tunnel. Ci demmo appuntamento di lì a qualche giorno; e di fatti qualche sera dopo incontrai allo stesso tavolo quattro uomini, suoi amici, altre persone di cui avevo tanto sentito parlare ma mai visto. Certo, ritrovarsi a tavola con quattro uomini mi metteva un po’ in soggezione; non diedi a vedere la cosa e anzi, in quanto a sapere e saggezza tirai fuori il meglio di me. Ricordo quel tavolo a cinque posti sotto la finestra del bar, finestra piena di libri e candele profumate, ricordo l’avvocato e il futuro presidente di fronte a me, ricordo gli occhi blu e spaventati di colui che si prese un caffè al ginseng e ricordo chi alla mia destra si sporcò la cravatta con la cioccolata calda. Mi piacquero quei ragazzi, erano intelligenti, volenterosi, ad un certo punto, il discorso generale s’incentrò sul fatto che i giovani non trovano lavoro; embè che problema c’è, dicemmo, ce lo inventiamo il lavoro, proprio qui, proprio in questo sud che non offre niente. Ci lasciammo con la convinzione di trovare altri professionisti e di fondare una cooperativa. Dopo qualche giorno, in una qualunque mattina incontrai al Marte, colei che aveva pensato al nome “Cava Felix” …una ragazza bella, bionda, alta, ma umile, concreta, discreta. Mi stupì, non avevo mai conosciuto bionde così (di solito si atteggiano) …tra le varie cose mi disse di essere una ballerina, ballava il tango, doveva andare a Buenos Aires. Conobbi anche il web designer che avevamo contattato, fratello di un grande pianista che di lì a poco sarebbe diventato nostro sostenitore e socio fondatore. Qualche settimana dopo presentai al resto del gruppo, un uomo sulla cinquantina in carrozzina, aveva avuto un incidente in bici, l’avevo conosciuto durante un tavolo rotondo sulle barriere architettoniche. Mi sembrò uno che aveva bisogno di una seconda chance, nella vita precedente era muratore e ce l’aveva a morte con chi costruiva barriere, così ogni volta che ne vedeva una vi ci si fiondava contro, spaccandosi la testa. Si era guadagnato per questo l’appellativo di kamikaze che presto si modificò nel più adatto napoletanesco “Cap’j cazz!” …in quanto bisogna essere proprio una testa di c…. per buttarsi con la sedia a rotelle dal marciapiedi in mezzo alla strada solo per far notare alle persone intorno o che accorrono che lì c’è una reale barriera. Fu così che a conti fatti, avevamo una buona squadra per iniziare, tra l’altro c’era pure uno che insegnava italiano agli stranieri, un simpaticone, più inclusione di così! Andammo a parlare con la nostra commercialista di fiducia, insieme all’avvocato decidemmo la forma giuridica più adatta a quello che si avvicinava alle nostre idee, buttammo giù lo statuto, ci facemmo aiutare da un notaio. Il 31 gennaio 2014 partecipai come Segretaria dell’Osservatorio, al Consiglio Comunale specifico sull’handicap, alcuni dei miei futuri soci erano seduti in sala. Il mio discorso tagliò la testa al toro: l’11 febbraio 2014 ci costituimmo davanti al notaio come Cooperativa Sociale Cava Felix. Ce ne andammo tutti in pizzeria dopo e scoprii che forse finalmente, dopo tanto tempo, avevo fatto un passo giusto! Con “occhi blu caffè al ginseng” eravamo stati compagni d’asilo e manco ce lo ricordavamo, fu subito fratellanza. Con la “blonde” si rafforzò la simpatia.
Cominciammo a lavorare, ci mettemmo impegno e a giugno ci aggiudicammo un bando cittadino per la gestione di un sito web, il CAVACITTAALBERGO e vincemmo il Foundation Day della Fondazione Oxylane Decathlon per la realizzazione del miglior video in concorso quell’anno! Il 14 Giugno 2014 realizzammo pure il primo “Noi con Voi”, una giornata alla Fattoria Didattica “Il mondo di Heidi di Eboli” dove stringemmo rapporti con altri enti del terzo settore della Provincia di Salerno. Con i primi soldi guadagnati pensammo che era giusto realizzare una prima gita, mettemmo insieme un gruppo di persone, disabili e non, genitori ed amici, e ce ne andammo allo Zoo di Napoli. Fu una bellissima giornata, tornammo a casa galvanizzati e di li a qualche settimana, con l’aiuto dell’Associazione Handiamo onlus, organizzammo un weekend a Marina di Camerota! Stavamo facendo le prove di ciò che ci avrebbe caratterizzato: fare turismo, inclusione, arrivare dove non si può con l’accessibilità assistita, sensibilizzare le persone sull’argomento, insomma in parole povere: fare uscire e viaggiare gli handicappati, perché se ne vedono ancora così pochi in giro, e non è che non ce ne sono, e semplicemente che, ancora, spesso, se ne stanno chiusi in casa, non perché lo scelgono, spesso non perché lo vogliono, solo perché… è brutto, pare brutto, ecco.
Dopo queste esperienze ci sentimmo tutti più forti; intanto le cose andavano avanti. Con il CAVACITTAALBERBO arrivammo a censire 47 strutture alberghiere in città, tra grandi hotel, bed&breakfast, affittacamere, ecc… quasi tutte inaccessibili; appunto quasi, qualcuna ci piacque particolarmente, e mentalmente la mettemmo da parte, casomai un giorno avessimo organizzato una vacanza.
Il tempo passava, ci mettemmo a lavorare per l’evento di fine anno, un primo grande evento di presentazione della cooperativa! Il 28 Dicembre 2014 regalammo al pubblico una serata di cultura “all inclusive” con il Socio Fondatore Marco Volino in veste di pianista, l’attore teatrale Peppe Basta e me medesima, in veste di poetessa (i miei versi, appunto, furono interpretati e teatralizzati dall’attore); ogni socio presentò il proprio lavoro mostrammo alla cittadinanza ciò che avremmo voluto realizzare nell’anno che stava bussando alle porte.
Il 2015 fu carico di esperienze, di formazione e nel contempo fu l’anno dell’assestamento. Cominciammo a realizzare serate inclusive ed eventi già consolidati: la Pizza Felix, il Foundation Day, il Noi con Voi, e poi il 27 Luglio facemmo la prima Grigliata Felix, una grande serata in un parco a pochi chilometri dal centro, dove riuscimmo a unire ben 44 persone di ogni specie, ordine e grado, disabili o non disabili, brutte o belle, insomma tutte. Con tante attività, occorreva rinverdire la rosa dei soci, per cui … mentre “macchia di cioccolata sulla cravatta” sceglieva la carriera politica e il pianista si trasferiva a Milano diretto da Cacciapaglia, noi assoldammo alla nostra causa un’educatrice professionale garbata e sensibile, nonché mia cara amica e collaboratrice, e un assistente sociale, giovane, intraprendente, dalle mille risorse, instancabile, insomma un ragazzo d’oro. Intanto io, vice-presidente, e lui, presidente, sperimentammo le prime divergenze, qualche sana litigata, ma anche la nascita di un amicizia speciale, speciale come quelle che solo tra uomo e donna possono nascere, una crescente complicità, un gradevole senso di “supportazione e sopportazione” mai provato prima, un bilanciarsi a vicenda, come se nel mezzo di noi due ci fosse il baricentro giusto per un sano e perfetto equilibrio. Così si susseguivano le serate in pizzeria, le compartecipazioni ad eventi pubblici, l’organizzazione della manifestazione del 30 dicembre 2015, che ha visto coinvolti altri enti del terzo settore cavese, in una serata magica dove per la prima volta il “Fare Rete” è diventato concreto. Il 2016 ci soffiò addosso tanto coraggio! In una delle tante riunioni buttammo giù il Progetto LA RETE, che vedrà la luce tra qualche settimana, ovvero la stampa di un opuscolo cartaceo con su la presentazione di tutte le Associazioni, Cooperative, Fondazioni ed altri Enti del Terzo Settore cittadino, in modo da metterle in contatto tra loro per una più coesa progettualità condivisa e farle conoscere alla cittadinanza.
Pensammo anche al Progetto Vacanza:
un soggiorno di due settimane, non consecutive, in alta stagione; una in un albergo nella periferia della città, per un distacco meno traumatico dei/dai genitori/famiglia a cavallo tra giugno e luglio, l’altra a Paestum tra agosto e settembre. Tirammo fuori la scheda di quella struttura alle pendici di Montecaruso che ci era piaciuta, li contattammo: io e il presidente c’andammo a parlare, si poteva fare. Protocollammo il Progetto al Comune, come alternativa alla solita vacanza, e l’assessorato ci concesse il patrocinio morale.
Oggi, 2 luglio 2016, si è conclusa la prima settimana, quasi non ci credo. È come quando fai l’amore per la prima volta, e poi ti dici: “Caspita, è successo davvero?!?” Siamo partiti con poche persone, 7 in totale, ma per essere la prima volta, può bastare! Sai devi sperimentare, riaggiustare il tiro… in teoria sai come si fa, ma la pratica è diversa, certo parti con poca esperienza, con il tempo imparerai più cose, ma del resto tutte le prime volte sono accomunate da: aspettative, delusioni, ansia da prestazione, vorrei ma non posso, gioia, esaltazione perché finalmente l’hai fatto, tristezza perché è già finito, “E chest’è tutt“.
Comunque resta un dato di fatto, “due capitani coraggiosi” hanno portato in vacanza, anche se a pochi chilometri da casa, persone con disabilità che mai erano andate da sole, senza genitori/familiari e senza accompagnatori ufficiali. Abbiamo dimostrato che con la collaborazione, con l’auto mutuo aiuto, attraverso una costante emancipazione sociale, tutto si può fare! Qualcuno la chiama evoluzione, crescita personale, resilienza, adattamento e funzionamento in rapporto all’ambiente, io direi semplicemente “il naturale corso delle cose”.
Io e Presidente siamo più amici ora, se me l’avessero detto due anni e mezzo fa, quando ci vedemmo la prima volta, quando le idee erano solo idee, beh avrei risposto: “Impossibile”!!! Quest’esperienza ci ha segnato positivamente, ci auguriamo di realizzare i nostri progetti lavorativi, di migliorare e migliorarci a vicenda, di proseguire, bilanciandoci, questo cammino lungo e tortuoso; un giorno chissà, nel nostro piccolo avremmo fatto la storia.
Buone vacanze a tutti.
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